Diagnosi e analisi dell'esserci per Binswanger

L'analisi dell'esserci per Binswanger non consiste in una semplice sospensione del giudizio o in una approfondita descrizione del vissuto, bensì ad un movimento continuo tra il vissuto soggettivo della paziente e il comportamento percepito dall'esterno con le sue moltitudini di significato. Significa analizzare la relazione mai completamente definita tra il vissuto dell'Esserci e l'oggetto del mondo esterno, che in realtà nel delirio di Suzanne diviene anche oggetto introiettato, terrore dominante e dominatore pervasivo. Significa altresì sviscerare la dinamica tra il mondo "sognato" e il mondo dei "desti", o meno singolarmente tra il mondo autistico e trincerato del delirio e il mondo intersoggettivamente condiviso; l'esserci di Suzanne Urban dominato dall'atmosfera terrifica rimane solo se stesso (solus ipse), un esserci non più aperto alla condivisione del mondo e delle sue caratteristiche di spazialità, temporalità e intersoggettività.
Il caso clinico-letterario preso in riferimento è un caposaldo della psicopatologia fenomenologica del Novecento. Ludwig Binswanger (1881-1966) è uno dei massimi esponenti dell'analisi esistenziale e della psichiatria fenomenologica e inizialmente sostenitore dell'esistenzialismo di Heidegger. Il suo massimo interesse si è incentrato soprattutto sulla schizofrenia e a cavallo tra il 1952-'53 scrive: "Studien zum Schizophrenie problem: Der Fall Suzanne Urban" apparso per la prima volta in <<Shweizer Archiv für Neurologie und Psychiatrie>>. La lettura antropofenomenologica ed esistenziale fatta da Binswanger in questo contesto ci offre un fertile terreno di riflessione in cui diviene possibile la comprensione autentica della psicosi schizofrenica e del disturbo delirante paranoideo, il cui evolversi prende via via le sembianze di un'esistenza con una sua propria natura la cui dignità non è prevaricata da un etichettamento nosografico o dalla sfiducia nell'interpretazione del delirio psicotico. Due filoni differenti hanno segnato lo stato dell'arte attuale sulla conoscenza della schizofrenia: secondo il primo, di matrice positivista, fuori da uno stato di coscienza l'uomo cessa di esistere psichicamente; il secondo filone che è quello presente in questo lavoro, va dalla scuola francese, alla fenomenologia alla psicoanalisi interpersonale e arriva sino ai nostri giorni e pensa che così non sia.
Il percorso che intendiamo intraprendere si fonda sull'intreccio tra psicoterapia psicoanalitica e antropoanalisi fenomenologica nella comprensione dell'essenza delirante e di come da queste dimensioni possa scaturire un più profondo inquadramento della schizofrenia, che dia vita alla poetica dell'incontro grazie alla possibilità di restituire l'umano all'umano, in una continua generatività dell'essere con particolare accenno al concetto di libertà terapeutica. L'analisi proposta da Binswanger ha come obiettivo lo sviscerare della potenza dell'esserci nella sua più profonda struttura e analizzare il dominio di terrore sull'esistenza schizofrenica. Lo scopo in questo contesto è la conoscenza dei vissuti e dei significati della paziente, la sua condivisione più intima e l'esplorazione antropologica del vissuto psicopatologico assolutamente soggettivo e privato. L'elaborato vuole avere finalità pragmatiche nell'influenzare una graduale trasformazione nei riguardi della psicosi schizofrenica con particolare rilievo all'aspetto riabilitativo all'interno della dimensione interpersonale e più specificatamente del contesto sociale e famigliare. Inoltre, il lavoro richiede l'analisi attenta delle istanze specifiche prese in considerazione da Binswanger (presenza - mondo - spazio - tempo) e la riflessione di come allo stato attuale dell'arte risulti necessaria la consapevolezza di dover implementare le valutazioni psicopatologiche poste dall'autore con aspetti affettivi, emotivi e relazionali e ipotesi terapeutiche attualizzate ai nostri giorni. Si vuole indagare e iperscrutare le strutture fondamentali, gli apriori esistenziali, lo sviluppo della modificazione strutturale, la comprensione profonda del potere dominatore dell'esserci.